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E' IN BIANCO E NERO IL LEONE DI VENEZIA | FESTIVAL DI VENEZIA 2016
Date: 17/09/2016
ARTE | CULTURA | SPETTACOLO

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E' IN BIANCO E NERO IL LEONE DI VENEZIA | FESTIVAL DI VENEZIA 2016 di Daniela d'Isa


A chi gli ha domandato perché ai Festival vincono film a dir poco elitari il direttore della Mostra del cinema di Venezia, Alberto Barbera, ha risposto che i Festival non sono vetrine commerciali. A Barbera si è opposto Enrico Vanzina rilevando che “…così si rischia di allontare il pubblico dalle sale”. Vedremo (o non vedremo perché al momento non ha distribuzione in Italia) quanto sarà il pubblico per “The Woman Who Left”,il film del regista filippino Lav Diaz

rigorosamente in bianco e nero, quattro ore e oltre di camera fissa, ispirato a Tolstoj e che parla di perdono, abusi edilizi, corruzione nella vita pubblica. Ma dedichiamoci agli italiani dicendo subito che i tre film italiani in concorso non hanno avuto nessun premio: niente a “Piuma”, commedia definita leggerina (esce il 20 ottobre) dell’anglo-pisano Roan Johnson con i suoi due adolescenti alle prese con la nascita di una bambina, niente all’applauditissimo (ma per pochi) “Spira Mirabilis” dei documentaristi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, una sorta di metafora sull’aspirazione all’immortalità, niente a “Questi giorni” del vecchio Giuseppe Piccioni che ha voluto filmare la giovinezza con le storie di un gruppo di donne (su cui spicca Margherita Buy). L’Italia ha avuto il suo momento di gloria quando l’antropologa Federica Di Giacomo ha vinto la sezione Orizzonti con “Liberami”, un’inchiesta sui preti siciliani alle prese con gli indemoniati, un “Esorcista” all’italiana  molto più vero e impressionante del film che ancora tutti ricordano. E non hanno avuto (almeno a Venezia) grande seguito i due film italiani fuori concorso: quello di Kim Rossi Stuart con il suo “Tommaso”, quarantenne ossessionato dal sesso (autobiografico ma non troppo) e l’altro di Gabriele Muccino “L’estate addosso”, ancora storie di giovani, ambedue già in sala. E’andata meglio alla sempre ottima rassegna curata da Giorgio Gosetti, “Le giornate degli autori” (il festival nel festival che i giornalisti amano più di ogni altro). Delle tante proposte ricordiamo almeno il consigliatissimo “Indivisibili”, di Edoardo De Angelis, storia di due sorelle siamesi che il Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici ha consacrato miglior film e “La ragazza del mondo” di Marco Danieli, per il quale lo stesso SNGC ha premiato migliori attori Michele Riondino e Sara Serraiocco. Sempre nel corso dei Venice Days Paolo Sorrentino ha ricevuto dalla SIAE il Premio per l’Innovazione creativa. Il Lido è rimasto affascinato poi dalle due puntate della serie che Sorrentino ha girato con Jude Law, un “The Young Pope”fascinoso eccentrico e ambiguo (nota sicuramente negativa il farlo fumare in continuazione) dal 21 ottobre su Sky. Impossibile non spendere due parole per un meraviglioso Silvio Orlando nella parte del cardinale Voiello, definito un Bertone (Tarcisio)  eduardiano. L’evento più glamour? La proiezione di “Franca: Chaos and Creation”, un ritratto della leggendaria direttrice di Vogue Italia Franca Sozzani firmato da suo figlio Francesco Carrozzini. Il momento più nostalgico? Il Leone alla carriera all’ottantatreenne Jean Paul Belmondo, che ha ricordato e ringraziato tutte le donne della sua vita.

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